Buone notizie in arrivo, si tratta del bonus in busta paga pensato per chi non abbandona il proprio posto di lavoro: chi può beneficiarne
Il mondo del lavoro nel nostro Paese sta attraversando senza dubbio un periodo di grave crisi. Un aspetto interessante , però, è anche quello relativo ai lavoratori che decidono, dopo anni o anche solo mesi di lavoro, di lasciare il proprio posto e cercare altro.
Si tratta di un fenomeno piuttosto comune – incredibile ma vero – anche tra i dipendenti pubblici. Ecco quindi che è stato istituita una misura economica che promette di scongiurare, o almeno di limitare, questo fenomeno. Ma vediamo di che cosa si tratta e in cosa consiste questo bonus in busta paga per chi resta “fedele” al proprio luogo di lavoro.
In questi giorni il ministero dell’Economia ha avviato la procedura di esame di una bozza relativa alla direttiva per il rinnovo del contratto degli Enti locali. Una delle maggiori novità in materia riguarda l’introduzione di un “premio fedeltà” che ha lo scopo di scongiurare le dimissioni di massa dei dipendenti comunali. Si tratta di aumenti di stipendio per quei dipendenti che decidono di lavorare per più tempo per uno stesso comune.
Quella delle dimissioni di massa tra i dipendenti comunali è, infatti, un fenomeno tutt’altro che trascurabile. In soli 8 anni la “fuga” dei lavoratori dai comuni ha provocato una riduzione del personale che ammonta a circa 64mila unità. Tradotto, vuol dire meno servizi e un rapporto ente pubblico-cittadino sempre meno efficiente. Nel capitolo “Rilancio dell’attrattività degli enti” presente nel documento di bozza viene trattato l’argomento della riduzione progressiva del personale facente parte del comparto delle Funzioni locali. La progressiva diminuzione di lavoratori, quindi, potrebbe essere arginata con un sostanziale aumento di stipendio come premio.
Nella bozza viene riportato che “il differenziale stipendiale” avrebbe un valore di circa 1.600 euro in più all’anno. Tuttavia, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, ARAN, ha commentato dicendo che è necessario aspettare l’atto definitivo di indirizzo. Ad oggi, il problema sembra essere quello di trovare le risorse necessarie per poter finanziare tale bonus e rendere più attrattivi gli enti pubblici per i lavoratori interessati. Un’alternativa, riporta SkyTg24, è quella di intervenire sul welfare aziendale. L’idea sarebbe quella di fornire ai dipendenti pubblici alcuni benefit economici o in termini di servizi, come avviene nel settore privato (giudicato più attrattivo da parte di chi lascia il posto di lavoro nel pubblico).
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