Precisazioni importanti sulla compilazione del modello 730, 5 redditi non sono da dichiarare, solo in pochi lo sanno: tutte le informazioni
Sta per aprirsi la stagione della dichiarazione dei redditi, che vedrà molti contribuenti alle prese con la compilazione dei moduli e soprattutto la raccolta di fatture, ricevute e scontrini per le spese da portare in detrazione. I lavoratori dipendenti e i pensionati, che presentano il modello 730, hanno il lavoro facilitato grazie al modulo precompilato, anche loro tuttavia devono fare attenzione ad alcune voci da compilare.
In primo luogo, occorre fare molta attenzione alle voci da modificare o correggere e a quelle da completare, ricordando di avere con sé tutti i documenti giustificativi delle spese detraibili. In secondo luogo, bisogna sapere, e forse non tutti lo sanno, che esistono alcuni redditi che non necessitano di essere dichiarati. In particolare, qui vi segnaliamo 5 redditi che non dovete indicare nella dichiarazione dei redditi. Scopriamo in dettaglio quali sono e perché non sono da dichiarare.
Modello 730, questi 5 redditi non sono da dichiarare, pochissimi lo sanno
Non tutti lo sanno ma esistono alcune tipologie di reddito che non devono essere segnalate nella dichiarazione dei redditi, e nel modello 730, perché non sono soggette ad imposizione fiscale oppure sono sottoposte a un’altra tipologia di dichiarazione. Qui, in particolare, vi segnaliamo 5 redditi che non siete obbligati a riportare nel vostro modello 730. È importante sapere quali sono, per evitare di pagare inutilmente imposte più elevate oppure per non rischiare sanzioni, quando la modalità della dichiarazione è stata sbagliata. Si tratta, ovviamente, di redditi marginali o secondari perché a lavoratori dipendenti e pensionati la tassazione si applica alla fonte, da parte del sostituto d’imposta (datore di lavoro o ente previdenziale).
La prima tipologia di reddito da non indicare nel modello 730, che può sembrare scontata ma non lo è, riguarda i redditi non percepiti. Se il titolare ne aveva diritto ma non li ha ricevuti, non deve nemmeno segnalarli nella dichiarazione dei redditi, altrimenti pagherebbe imposte su somme che non ha mai ricevuto. L’altra esenzione riguarda i redditi da lavoro autonomo occasionale inferiori ai 4.800 euro annui. Questo redditi sono esenti da Irpef e anche dalla ritenuta d’acconto al 20%. Si tratta di redditi che provengono dallo svolgimento di un’attività non continuativa e a carattere saltuario, che non rientra nel lavoro dipendente e nemmeno in quello autonomo ordinario.
Se, tuttavia, viene applicata la ritenuta d’acconto, allora anche questi redditi vanno dichiarati nel modello 730. Non vanno, poi, indicate nella dichiarazione dei redditi le somme ricevute a titolo di borse di studio e rimborsi spese da parte delle Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD). Poiché non si tratta nemmeno di veri e propri redditi. Anche il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) quando viene corrisposto dopo la fine del rapporto di lavoro è soggetto a tassazione separata e non deve essere dichiarato nel modello 730. Se, invece, il lavoratore lo percepisce in anticipo, come parte della busta paga, sarà soggetto a Irpef come il reddito da lavoro.
Infine, esistono alcune tipologie di pensione che non vanno indicate nel modello 730, come le pensioni di invalidità o quelle per menomazioni durante il servizio militare. Poi, non vanno dichiarati nemmeno gli incrementi sociali degli assegni pensionistici, le indennità di mobilità, gli assegni di maternità e gli assegni per attività di ricerca all’università. Ricordiamo che il modello 730 precompilato sarà disponibile sul portale web dell’Agenzia delle Entrate dal prossimo 30 aprile, mentre potrà essere modificato dall’11 maggio.