Perché ottenere uno stipendio di valore inferiore rispetto a quello che ci spetta di diritto? Ecco come accorgersene e come rimediare
La busta paga di lavoratrici e lavoratori dipendenti riporta il dato dell’ammontare salariale mensile netto spettante al professionista; la cifra è il risultato di “tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto”, come indicato dal TUIR – Testo Unico delle Imposte sui Redditi approvato attraverso il Decreto del Presidente della Repubblica numero 917 del 22 Dicembre 1986.
Come noto, la busta paga esplicita anche le trattenute fiscali, come l’addizionale regionale e l’addizionale comunale (per quest’ultima, inoltre, è indicato sia il saldo dell’anno precedente sia l’acconto dell’anno in corso). Le addizionali vengono calcolate sul reddito complessivo ai fini Irpef e le loro aliquote vengono ridefinite ed aggiornate annualmente dal Comune e dalla Regione di residenza della lavoratrice e del lavoratore.
Inoltre, rientrano tra le trattenute anche i contributi previdenziali ai fini pensionistici (IVS), pari al 9,19% del salario lordo a carico della lavoratrice e del lavoratore ed al 23,81% a carico del datore di lavoro. Oltre che la quota di accantonamento che serve a comporre il TFR, ovvero il Trattamento di Fine Rapporto spettante alla conclusione del rapporto lavorativo. Tuttavia spesso ci si chiede se sia possibile diminuire l’impatto delle trattenute fiscali in busta paga, aumentando in questo modo l’ammontare netto.
In realtà, le lavoratrici e i lavoratori dipendenti possono ridurre l’impatto delle trattenute fiscali sulla propria busta paga e aumentare così l’ammontare netto mensile. Partiamo da un primo esempio: esiste un’agevolazione denominata “taglio del cuneo fiscale” che consente di abbassare il contributo IVS a carico della lavoratrice e del lavoratore, ovvero il contributo pari al 9,19%, fino a circa 7 punti di percentuale.
In questo modo, l’ammontare sottratto alla trattenuta viene restituito direttamente in busta paga. L’agevolazione viene anche definita “esonero contributivo” e può essere richiesta all’azienda presso cui si è assunti. Un altro esempio riguarda le detrazioni d’imposta che consento di ridurre il carico IRPEF sui contribuenti, come le detrazioni per famigliari a carico e le detrazioni per redditi di lavoro dipendente ed assimilati. Queste dipendono dalle condizioni personali e di reddito di ciascuna lavoratrice e di ciascun lavoratore e, per richiederle, occorre presentare apposita dichiarazione al datore di lavoro tramite il Modello D23, che può essere richiesto all’ufficio del personale dell’azienda o impresa. Ma non è tutto: per conoscere tutte le possibilità spettanti, lavoratrice e lavoratori dipendenti possono rivolgersi proprio al datore di lavoro, ai responsabili delegati o all’ufficio del personale per conoscere le modalità ed ottenere la riduzione di tutte le trattenute fiscali di cui hanno diritto.
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