La classifica completa e tutto quello che devi conoscere in merito alla “categoria” della tua automobile.
Ogni qualvolta escono normative che regolano la circolazione delle automobili o in città o in determinate fasce orarie, sovviene quasi in maniera automatica la divisione in “Euro” in scala da 1 a 7. Ma cosa differenzia le varie classi? Il tutto, in sostanza, si basa sulla base delle emissioni di inquinanti atmosferici prodotti dai vari veicoli.
Queste direttive stabiliscono limiti massimi consentiti per inquinanti come ossidi di azoto (NOx), particolato (PM), monossido di carbonio (CO), idrocarburi (HC) e idrocarburi policiclici aromatici (PAH). Fino al 1993, tra le altre cose, si può parlare di periodo “pre-Euro”, riferendosi a veicoli non dotati di catalizzatore e alimentazione a iniezione.
Proviamo ad analizzare nel dettaglio tutte le “classi”, una per una e parametro per parametro. Bene sottolineare, peraltro, come alcuni veicoli, nella gamma dalla Euro 1 alla Euro 3 diesel. Per fare un esempio pratico, le automobili fino alla Euro 3 diesel stesse non possono circolare, dal lunedì al venerdì, nei seguenti orari: in Lombardia dalle ore 7:30 alle 19:30, in Piemonte dalle ore 8 alle ore 19 e in Veneto ed Emilia Romagna dalle ore 8:30 alle 18:30
Quella relative alle Euro 1 è la prima normativa introdotta nel 1992. Fatale fu un provvedimento legislativo che obbligò i produttori delle automobili stesse a commercializzare automobili, come facilmente intuibile da quanto scritto nel paragrafo precedente, dotati di marmitta catalitica e gli iniettori. La normativa stabilisce, tra le altre cose, limiti per le emissioni di CO, HC e NOx.
Quattro anni più tardi (Euro 2) il focus si è spostato sui motori diesel, introducendo l’obbligo di riduzione delle emissioni inquinanti, che in quel momento creavano più di una preoccupazione. Come da trend di ogni norma “crescente”, ha ridotto ulteriormente i limiti per le emissioni di CO, HC e NOx rispetto all’Euro 1.
La tappa successiva, la “numero 3”, vede, oltre ai limiti più stringenti in termini di inquinanti già citati, si iniziano ad introdurre limiti per le emissioni di PM. La riduzione delle emissioni verte su un sistema Eobd, che si va ad affiancare alla diagnosi specifica della centralina e, dove possibile, permette di sostituirla nelle sue funzioni.
Postilla importante: va sottolineato come i veicoli fino all’Euro 3 siano ormai estinti nel panorama moderno, e difficilmente rintracciabili sulle strade che percorriamo quotidianamente.
Per quanto concerne l’Euro 4, normativa arrivata nel 2005, ha ridotto ulteriormente i limiti per gli agenti inquinanti. Per andare su aspetti numerici, è importante segnalare il dato rispetto alle Euro 1: una diminuzione degli agenti inquinanti pari a circa il 90%. Oggi come oggi, almeno per il momento, le automobili di motore Euro 6, se a benzina, possono circolare sempre e ovunque ed anche ove sono previsti blocchi del traffico per via del troppo elevato concentrato di smog e polveri sottili nell’aria.
La legge chiamata a declinare le peculiarità delle Euro 5 relativa al 2009, ha ulteriormente ridotto i limiti per CO, HC, NOx e PM rispetto all’Euro 4, con un’enfasi particolare sui limiti per NOx per i motori diesel. Euro 4 e Euro 5, oggi come oggi, sono la maggioranza delle automobili del panorama italiano. Si stima che, nel 2024, la media di età di immatricolazione di età di un’automobile sia dell’ordine di grandezza di undici anni. La normativa Euro 5, nello specifico, interviene soprattutto sul particolato. La differenza in termini green, dunque, è netta sui motori diesel, ma, invece, quasi nulla sui benzina.
Di estrazione più recente, anche se ormai risalente in realtà a quasi dieci anni fa, la modifica introdotto nel 2004 per i nuovi veicoli Euro 6, che ha imposto limiti ancora più rigidi per CO, HC, NOx e PM rispetto all’Euro 5, in particolare modo relativamente ai veicoli di azoto dei diesel. Importante sottolineare come, in questa categoria, rientrino anche i veicoli ibridi ed elettrici. La nuova “stretta” è avvenuta tramite nuovi sistemi per il trattamento dei gas di scarico. In primis parliamo della valvola EGR (utilizzata nei motori a gasolio per abbassare temperatura di combustione e quindi, di conseguenza, il livello di Nox) e il sistema SCR, improntato su catalizzatori abili a trasformare i gas di scarico in ammoniaca prima e, in un secondo tempo, poi in vapore acqueo e azoto.
Veniamo all’aspetto più interessante e, soprattutto, concernente la contemporaneità e di recentissima approvazione (il mese scorso). Questa nuova classe ambientale (Euro 7) si pone l’obiettivo calcolare le emissioni non solo in fase di omologazione, ma per tutta la vita del veicolo. La grande novità consta, oltre a ricalcare le stesse peculiarità dell’Euro 6, ad avere limiti importanti anche alle emissioni durante le frenate. Le particelle proveniente da freni e pneumatici saranno misurate a livello di PM10 (prima era PM23) così da poter considerare anche le vetture di dimensioni più piccole. Con il tempo, peraltro, saranno definite ulteriori specifiche più precise.
di Filippo Maggi
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