Tempi duri per i pensionati, mentre il costo della vita continua ad aumentare in modo incontrollato, sulle pensioni cala l’ennesima scure
Tutti noi abbiamo sicuramente sentito parlare dell’Ape sociale. Si tratta di un’indennità, a carico dello Stato, rivolta a particolari categorie di lavoratori per accompagnarli al raggiungimento della pensione di vecchiaia. Tale misura sperimentale è stata prorogata fino al 31 dicembre di quest’anno e la platea di interessati è molto ampia. Ma ora arriva una spiacevole novità per quanto riguarda il trattamento economico.
Ricordiamo, innanzitutto, che per poter accedere all’Ape Sociale occorre avere almeno 63 anni e 5 mesi di età anagrafica. Inoltre, l’ultima circolare che ha prorogato la misura al 31 dicembre 2024 evidenzia i limiti di incumulabilità dell’anticipo pensionistico con i redditi da lavoro.
In altre parole, i contribuenti che beneficiano dell’Ape Sociale devono tener conto dei limiti di reddito che possono percepire da altre fonti di lavoro senza compromettere l’accesso o l’importo dell’anticipo pensionistico. Nel dettaglio, il titolare dell’Ape Sociale perde il diritto all’indennità nel caso in cui svolga attività di lavoro dipendente o autonomo o un lavoro autonomo occasionale da cui derivino redditi superiori a 5.000 euro lordi annui.
Un percettore di Ape sociale ha scritto al Corriere della Sera per segnalare che dal cedolino di gennaio 2024 all’ultimo percepito a marzo ha riscontrato una diminuzione della somma spettante di circa 100 euro, a fronte di un aumento dell’IRPEF con relativa diminuzione delle detrazioni da lavoro dipendente. Di qui la domanda: nei mesi successivi (aprile/maggio) ci sarà un conguaglio a credito, o comunque in qualche maniera sarà possibile riottenere la somma mancante?
La risposta è affidata a Luca Furfaro, Consulente del lavoro presso Studio Furfaro – FL Associati Stp Sb. Il calcolo delle detrazioni – premette l’esperto – prevede una proiezione a livello annuale del reddito in base a tutte le informazioni conosciute dal sostituto d’imposta. E dalle informazioni fornite dal lettore non è possibile capire quale possa essere il motivo della riduzione della pensione.
In ogni caso, il sostituto d’imposta effettuerà un conguaglio (cioè un riconteggio della imposte in base al reddito definitivo annuale) alla fine dell’anno o del rapporto economico con il contribuente. Eventuali aggiustamenti, compresa la restituzione di somme eccedenti l’imposta, potranno, dunque, avere luogo in sede di conguaglio o di dichiarazione dei redditi. Nel frattempo, l’assegno resterà per questo percettore più magro. Dunque, è fondamentale tenere presente sempre le variabili Irpef per evitare dei tagli inaspettati.
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